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Documento di indirizzo politico. Stato di agitazione dei dirigenti e azioni di lotta

 


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Il Consiglio Nazionale ANP, riunitosi a Tivoli l’1 e il 2 aprile, ha preso in esame la situazione politica generatasi nei rapporti con il Governo in seguito alle ultime decisioni che incidono pesantemente sulle prerogative dei dirigenti delle scuole e, al tempo stesso, sugli interessi dell’utenza.

Dopo ampio dibattito è stato votato all’unanimità un Documento di indirizzo sulla cui base saranno emanati nei prossimi giorni tutti gli atti conseguenti, consistenti nella proclamazione dello stato di agitazione della categoria e nell’articolazione tecnica delle forme di protesta ritenute necessarie.

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DOCUMENTO D’INDIRIZZO

DEL CONSIGLIO NAZIONALE ANP

 Tivoli, 2 aprile 2017

 

Il 30° anniversario della fondazione di ANP coincide con una profonda trasformazione della linea politica del Governo, il cui spartiacque è rappresentato dall’Intesa politica del 30 novembre 2016 tra il Dipartimento della Funzione Pubblica e tre sindacati confederali.

ANP aveva salutato con favore la breve stagione riformatrice che ha prodotto nel settembre 2014 il documento “La Buona Scuola” e nel luglio 2015 la legge 107, malgrado alcuni evidenti limiti, nella convinzione che il decisore politico volesse “cambiare verso” al sistema scolastico, rimettendolo al servizio del Paese, della sua crescita, delle speranze delle nuove generazioni.

Proprio per questo motivo, ci sentiamo legittimati a denunciare la pesante inversione di marcia rappresentata dalla citata intesa e dal successivo accordo del 29 dicembre, volti esclusivamente al recupero di un consenso che in occasione del referendum istituzionale è comunque mancato.

In questo scenario rischiano di saltare alcuni capisaldi della riforma e torna ad essere messo in discussione il ruolo stesso del dirigente scolastico, nel segno di un recupero della contiguità tra Governo e sindacato di comparto.

Era inevitabile che nel nuovo clima concertativo il ruolo del dirigente scolastico subisse l’attacco più pesante, in quanto emblema di un cambiamento che al falso mito della collegialità ha sostituito una significativa responsabilizzazione del sistema, delimitando i ruoli e introducendo meccanismi di pianificazione e di riconoscimento del merito che davano valore e sostanza all’autonomia delle istituzioni scolastiche.

ANP non è disposta ad accettare:

  • che venga messa in discussione la gerarchia delle fonti alla base del nostro stato di diritto. Nessuno riuscirà a convincerci che una norma pattizia possa avere la prevalenza su una norma di legge;
  • che le prerogative che i dirigenti di tutte le altre funzioni pubbliche esercitano in piena autonomia siano subordinate, nella scuola, a prassi co-decisionali e ad accordi sindacali del tutto impropri, dal momento che il dirigente scolastico resta l’unico soggetto giuridico a rispondere in termini di responsabilità e di valutazione;
  • che i dirigenti scolastici siano considerati gli “sherpa” dell’amministrazione scolastica sui quali far gravare tutti i carichi burocratici senza però riconoscerne il ruolo sul piano giuridico e retributivo;
  • che i diritti dei cittadini siano subordinati agli interessi delle categorie sindacalmente rappresentate. La scuola esiste per chi vi studia e va costruita e gestita sulle esigenze degli alunni e delle loro famiglie. I dirigenti scolastici sono pienamente consapevoli del loro ruolo di garanti dell’interesse generale;
  • che si perpetui una iniqua ed umiliante sperequazione retributiva tra i dirigenti scolastici e gli altri dirigenti pubblici, resa ancor più penalizzante dall’acclarata disparità di carichi di lavoro e di responsabilità che grava sui primi. La prossima riapertura dei tavoli contrattuali deve sanare questa situazione: nessuno pensi a nuovi rinvii e a nuove giustificazioni;
  • che si attivi una procedura di valutazione, nella quale continuiamo a credere solo se applicata nei tempi dovuti e riferita ad un ruolo dirigenziale autorevole e pieno. Se le regole del gioco, sancite da una legge dello Stato, dovessero cambiare in corso d’opera non avrebbe più senso parlare di valutazione, l‘operazione si ridurrebbe infatti ad un inutile e vuoto gioco di ruolo o,peggio, in un’azione di condizionamento e svuotamento delle funzioni dirigenziali.

Non vogliamo che la compostezza della categoria venga erroneamente scambiata per passività e che la riserva di pazienza a cui finora abbiamo attinto sia considerata inesauribile. Non è così; stavolta la misura è colma e ANP sente il dovere di farsi interprete di questo profondo malessere.

ANP chiede pertanto al Governo di tutelare l’interesse generale della scuola, i diritti degli studenti e delle famiglie e il ruolo dei dirigenti scolastici che ne sono i garanti.

Nell’attesa che questo si verifichi non solo sul piano legislativo ma anche su quello contrattuale, ANP proclama lo stato di agitazione della categoria e chiama tutti i dirigenti scolastici a difendere i loro diritti e la dignità del loro lavoro attraverso l’adozione delle seguenti forme di protesta:

  • indisponibilità ad ottemperare a tutte le incombenze relative alla procedura valutativa a partire dalla compilazione del portfolio, fino a quando non saranno dati ai dirigenti strumenti e poteri coerenti con la qualifica dirigenziale;
  • indisponibilità a gestire la procedura della chiamata diretta in tempi troppo ristretti e coincidenti col periodo estivo, anche in risposta alle azioni successive dell’Amministrazione che hanno contraddetto l’istituto stesso della chiamata;
  • motivata indisponibilità ad assumere le reggenze;
  • motivata rinuncia preventiva o dimissioni da incarichi non obbligatori affidati dall’Amministrazione scolastica;
  • motivata indisponibilità a sostituire nel primo grado di giudizio l’Avvocatura dello Stato;
  • indisponibilità a rispondere a richieste di dati già in possesso dell’Amministrazione, ponendo un freno alle richieste ripetute di monitoraggio e di rilevazione.

ANP inoltre conferma la volontà di organizzare una manifestazione nazionale a cui sarà invitata l’intera categoria e a promuovere nei territori un nuovo ciclo di assemblee, aperte ai rappresentanti politici, a sostegno della prossima tornata contrattuale nazionale.